Il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna partecipa alla 18esima Biennale Architettura a Venezia, grazie a una collaborazione con le attività proposte dal Padiglione Austriaco che coinvolge anche altre università europee e istituzioni pubbliche a livello nazionale e internazionale. Il tema centrale è quello dell’utilizzo degli spazi, delle loro trasformazioni e delle sfide che nascono da questi processi.
Il professor Luca Zan, in collaborazione con Franco Mancuso e Claudio Menichelli, ha firmato un capitolo del catalogo, intitolato "Esclusione e inclusione negli spazi della Biennale: una riflessione propositiva".
"La Biennale rappresenta da più di un secolo una realtà culturale importante per la città, tra le più importanti a livello internazionale", scrivono gli autori. "Nel riconoscere questo valore da mantenere e rafforzare, in questo capitolo si vuole avviare un ragionamento per ampliare l'uso dell'Arsenale e dei Giardini di Castello. Pensare allo sviluppo di progetti che portino a un'apertura dei due siti, non solo negli spazi e nei periodi espositivi, oltre a portare benefici ai cittadini, renderebbe ancora più forte e vitale il legame della Biennale con Venezia. Il percorso non è semplice".
Il tema sarà anche studiato nell'ambito del progetto di ricerca europeo "UNCHARTED - Understanding, Capturing and Fostering the Societal Value of Culture". Sarà ricostruito lo sviluppo dell'iniziativa del Padiglione Austriaco, dalla sua visione originaria, al processo di contrattazione dell'idea all'interno dei contenuti più ampi della Biennale 2023, fino all'apertura della mostra, e anche in seguito, considerando le attività associate al Padiglione. Inoltre si condurrà un’analisi comparata dei processi di trasformazione che interessano i principali arsenali storici europei.
"La trasformazione dei cantieri navali e degli arsenali storici europei in siti del patrimonio culturale pone questioni cruciali per la conservazione, la protezione e l'uso, con impatti socio-economici significativi: i loro usi mutevoli li hanno distaccati dai loro significati originari e li hanno impregnati di nuove ontologie che in qualche modo coabitano con quelle vecchie, portando a tensioni tra conservazione e innovazione", spiega il professor Zan, coordinatore scientifico delle iniziative per l’Alma Mater. "Questi siti devono quindi trovare un compromesso tra le diverse e spesso contrastanti priorità della conservazione, della produttività, dell'edilizia, della fruizione da parte dei visitatori, dell'impegno della comunità, spesso in concomitanza con enormi processi di rigenerazione urbana".
Un tema articolato, che sarà parte delle attività del Padiglione Austriaco con una serie di tre workshop promossi dal Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Alma Mater e l'Università di Oxford, con la collaborazione di una serie di istituzioni coinvolte nella trasformazione dei singoli cantieri navali storici europei. Il primo appuntamento si è svolto lo scorso 24 giugno, mentre i successivi sono in programma il 30 settembre e il 4 novembre.