È online il Bilancio di genere dell’Università di Bologna 2022

È stato pubblicata l'ottava edizione del Bilancio di genere dell'Università di Bologna, un lavoro portato avanti dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni nel lavoro - CUG di Ateneo, con l'obiettivo di accrescere sempre più la consapevolezza e l’attenzione verso le pari opportunità di carriera per la componente docente, tecnico amministrativa e studentesca.

Il documento permette di guidare politiche mirate che contribuiscono a concretizzare uno dei principi fondanti del nuovo Piano Strategico 2022-2027, e cioè "favorire in ogni ambito l’equità, la sostenibilità, l’inclusione e il rispetto delle diversità" e posiziona, oggi, l'Alma Mater al secondo posto mondiale della classifica stilata dal Times Higher Education Impact Rankings rispetto all’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU, che prevede il raggiungimento dell’Eguaglianza di genere.

"È un risultato di cui siamo orgogliosi, che premia la volontà di imprimere una direzione politica e di consolidare l’impegno collettivo su un tema che stiamo provando sempre di più a collocare in un percorso ampio e trasversale" - ha detto il Rettore Giovanni Molari.

Il Bilancio testimonia, inoltre, l’operare diffuso e condiviso volto a prevenire e contrastare le molestie morali e sessuali, le discriminazioni e la violenza di genere, motivo per cui nell’ottobre 2022 è stato attivato lo “Sportello universitario contro la violenza di genere”, una risposta concreta per sostenere tutte le persone che subiscono forme di discriminazione e violenza.

Come conferma il Global Gender Gap Report 2022, le disparità di genere si moltiplicano e rallentano ovunque i progressi per raggiungere la parità, tanto che ci vorranno ancora 132 anni per colmare il divario di genere globale. L'Italia, secondo il Global Gender Gap Index 2022, si colloca al 63° posto al mondo, e al 14° posto in Europa, per parità di genere. Anche nella comunità Alma Mater c’è ancora molto da fare, e partire dai dati del Bilancio di genere non può che aiutare a sviluppare conoscenze critiche, a sostenere diritti e ad ascoltare per lo sviluppo di azioni concrete ed efficaci.