Nell'ambito di Art City Bologna 2024, in occasione di Artefiera, saranno ospitati due progetti espositivi in Ateneo: gli interventi dei Corneraholists, da giovedì 1 domenica 4 febbraio, presso la Collezione di Geologia "Museo Giovanni Capellini" (Via Zamboni, 63 - Bologna); la mostra di Emilio Isgrò Cancellazione dei Codici - Civile e penale, da venerdì 2 a venerdì 9 febbraio, a Palazzo Malvezzi, sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche Unibo (Via Zamboni, 22 - Bologna).
Il progetto artistico Corneraholic 4, a cura dei Corneraholists - gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna del biennio di scultura, sotto la guida di Massimo Bartolini - proporrà al pubblico uno sguardo diverso sulle pietre e sui fossili contenuti nelle vetrine d’epoca della Collezione bolognese, invitando a una visione in cui gli strati geologici collassano uno nell’altro, contaminandosi tra di loro e dando origine a narrazioni che i Corneraholists integrano nelle loro opere che hanno pietra e suono come loro centro.
Nelle sale espositive ci saranno lavori che spaziano da un sonoro zaino abbandonato a una meringa parlante, a un’immagine incastonata nelle vetrine dei fossili ad una collezione di pietre catalogata dalla nonna. Le opere indagano così la natura polimorfa del suono, ed esaltano le risonanze interne delle pietre che fanno riverberare, sia pur in lontananza, la vita di ognuno. Maggiori informazioni su orari e modalità di accesso
La mostra "Emilio Isgrò. Cancellazione dei Codici - Civile e penale", a cura di R. Cristina Mazzantini, Lorenzo Balbi, Marco Bazzini, in collaborazione con MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna e Giuffrè Francis Lefebvre e con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Bologna, inaugurerà giovedì 1 febbraio, con un momento alle ore 17, presso Palazzo Magnani (Via Zamboni, 20) e, poi, alle 18.15 presso la Sala delle Armi di Palazzo Malvezzi (Via Zamboni, 22).
Interverranno Marco Bazzini (co-curatore mostra), Andrea Burchi (Regional Manager Centro Nord UniCredit Italy), Michele Caianiello (direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Antonio Delfino (direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Giuffrè Francis Lefebvre). Dialogano con il maestro Emilio Isgrò i co-curatori della mostra, Lorenzo Balbi e R. Cristina Mazzantini, oltre agli autori dei saggi in catalogo Luigi Balestra, Daria de Pretis e Francesco Viganò.
Considerato tra gli innovatori del linguaggio artistico del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò è il padre indiscusso della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. Questa originale ricerca sul linguaggio lo ha reso una figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, facendone uno dei suoi indiscussi protagonisti. È, infatti, il 1964 quando l’autore inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare le pagine dei libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Le parole e le immagini sono cancellate singolarmente con un segno denso e dello scritto restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi o un solo vocabolo.
L’esposizione (visitabile gratuitamente fino al 9 febbraio), organizzata a Palazzo Malvezzi, sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, presenterà 29 testi giuridici, in particolare il Codice civile e il Codice penale, sui quali Isgrò è intervenuto con la sua cifra espressiva, ovvero cancellando parti del testo, col fine di proporre una diversa riflessione sul significato di convivenza comune. Maggiori informazioni