Si terrà giovedì 29 febbraio, alle 10, presso il Dipartimento di Beni Culturali del Campus di Ravenna (via Ariani, 1 - Sala conferenze), il seminario “L’archivio di Rosa Genoni (1867-1954), sarta, intellettuale, attivista politica e madre della moda italiana nel 70° della sua scomparsa”.
Organizzato dal Laboratorio Universitario di Documentazione e Informazione (LUDI), nell’ambito dell’insegnamento di Storia e patrimonio culturale della moda, l’incontro è la seconda tappa di un percorso di ricerca, studio e valorizzazione promosso dall’Università di Bologna 10 anni fa in occasione del 60° della scomparsa di Rosa, quando, con la collaborazione della Biblioteca del Campus di Rimini e di AlmaDL, nella digital library AMS Historica è stata inaugurata la collezione a lei dedicata. Interverranno Maria Giuseppina Muzzarelli, Raffaella Podreider, Manuela Soldi, Elena Collina, Marialaura Vignocchi ed Elisa Tosi Brandi.
Di professione sarta, presto attivista politica, Genoni fonde la moda e la politica in un unico progetto di emancipazione professionale, sociale e culturale. Nei primi decenni del Novecento ha interpretato, con il suo lavoro e le sue attività politiche, di cui è rimasta traccia, un periodo storico caratterizzato da grandi cambiamenti politici e sociali, percorso da speranza e inquietudine. La moda è stata per lei un mezzo attraverso il quale mostrare le potenzialità dell’arte e dell’artigianato italiani, il valore e il ruolo della donna nella società, per esprimere le proprie idee.
A partire da questo primo progetto, che vede l’archivio della Genoni al centro, e dalle potenzialità della nuova piattaforma AMS Historica, il LUDI e il Dipartimento di Beni Culturali, in collaborazione con AlmaDL - ARPAC (Area Patrimonio Culturale), intendono promuovere attività di ricerca sui beni culturali della moda in una prospettiva inter e multi disciplinare.
Il caso di Rosa Genoni e le tracce della sua attività sartoriale, didattica e politica saranno oggetto di una ricerca sperimentale attraverso la quale far dialogare istituti di conservazione (biblioteche, musei, archivi), cataloghi e patrimonio culturale della moda. Ciò al fine di individuare e studiare documenti e oggetti per apprenderne caratteristiche e significati, per ricostruire contesti storici, ma anche per conoscere e valorizzare il lavoro delle persone grazie alle quali questi ultimi sono stati ideati, prodotti e trasmessi.