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Educare con il corpo: un approccio innovativo alla formazione

Studentesse e studenti dell’Alma Mater hanno sperimentato in prima persona - grazie ad un workshop organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione - il ruolo del corpo come facilitatore della conoscenza personale, collettiva, disciplinare e dell’apprendimento, nell’ottica di un approccio didattico esperienziale

Apprendere attraverso il corpo e i sensi. È l’idea di fondo di un approccio attivo alla formazione, di una visione della scuola centrata sul soggetto in apprendimento e sulla relazione con l'ambiente circostante, mediata dal corpo.

Studentesse e studenti del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria l’hanno sperimentato in occasione del workshop organizzato, lo scorso 4 aprile, dal Centro di Ricerca sulle Didattiche attive del Dipartimento di Scienze dell’Educazione: "Educare alla corporeità nella scuola dell’infanzia e primaria: il contributo dell’approccio esperienziale”. Coordinato da Michela Schenetti, professoressa di Didattica generale e Educazione alla Corporeità, l’evento ha visto la partecipazione dell’ecologo Christian Mancini e di Chiara Milazzo, insegnante di scuola primaria, entrambi formatori per la Rete Nazionale delle Scuole all’aperto.

Il workshop ha consentito ai partecipanti di prendere parte attivamente a molteplici iniziative volte a esplorare il ruolo della corporeità nel processo di apprendimento, a promuovere la consapevolezza di sé e del proprio corpo, nonché la fiducia e la collaborazione tra i partecipanti.

Stimolare l’immaginazione e l'innovazione, insieme a una formazione orientata all'inclusività nell'educazione corporea, è essenziale per preparare insegnanti consapevoli e innovativi, capaci di valorizzare la diversità attraverso pratiche laboratoriali.

Il programma della giornata ha previsto anche il coinvolgimento di studentesse e studenti in un’attività a coppie, durante la quale i componenti si sono alternati nei ruoli di guida e di persona bendata, lungo un percorso parzialmente predefinito. L’esperimento ha evidenziato come la privazione della vista possa amplificare altre percezioni sensoriali, portando ad una maggiore consapevolezza ambientale. La partecipazione attiva del soggetto bendato, che poteva porre domande, esprimere preferenze e offrire feedback, ha invertito, inoltre, le tradizionali dinamiche di guida e ricezione, promuovendo fiducia reciproca e adattamento attivo.

Ad ogni attività è seguito un confronto diretto con i relatori, per approfondire le scelte metodologiche e il loro impatto sull'educazione contemporanea.