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Chirurgia maxillo facciale: Unibo e Sant'Orsola insieme per un progetto di intelligenza artificiale unico in Italia

Premiato al XXVII Congresso Europeo di Chirurgia Cranio-Maxillofacciale, il sistema propone automaticamente ricostruzioni personalizzate di uno scheletro facciale deformato da patologie che possono avere varia natura: oncologica, malformativa, traumatica e di altro tipo. Su questo modello il chirurgo può quindi lavorare per prepararsi alla vera e propria ricostruzione in sala


Un modello di intelligenza artificiale capace di riprogettare un cranio sano, riconoscerne uno con malformazioni e applicare, quindi proporre, le "modifiche" necessarie perché il chirurgo possa poi realizzare sul paziente il migliore intervento di ricostruzione personalizzata.

Parliamo più precisamente di un algoritmo creato dai professionisti dell’IRCCS della Chirurgia maxillo-facciale diretta dal prof. Achille Tarsitano e dal gruppo di lavoro del Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, guidato dal prof. Luigi Di Stefano. Propone automaticamente, mediante software, ricostruzioni personalizzate di uno scheletro facciale deformato da patologie che possono avere varia natura: oncologica, malformativa, traumatica e di altro tipo. Su questo modello il chirurgo può lavorare per prepararsi alla vera e propria ricostruzione in sala.

"Avere un progetto personalizzato e preciso in 3D ci consente di offrire la migliore ricostruzione possibile ai pazienti – spiega il prof. Giovanni Badiali chirurgo e ideatore del progetto - Tutti aspetti fondamentali se si considera che si parla di agire sul volto e sulla funzione delle sue parti".

"È il primo progetto in Italia di questo tipo – continua Badiali – una dimostrazione evidente di quanto possa essere importante e all’avanguardia la collaborazione tra chirurghi e ingegneri. Così l’esperienza in sala operatoria, la professionalità e le migliori tecnologie si fondono aprendo a prospettive con un impatto importante sulla vita dei pazienti".

All’IRCCS ogni anno vengono eseguiti circa 200 interventi di ricostruzione e presi in carico oltre 700 pazienti con patologie del volto di varia natura. Ogni caso viene accuratamente studiato attraverso tecnologie digitali che consentono di ricostruire in 3D l’anatomia scheletrica e pianificare gli interventi e le ricostruzioni o le protesi da impiantare in modo personalizzato. Implementare questo algoritmo nel processo di cura consentirà di accelerare significativamente i tempi della diagnosi e della pianificazione dell’intervento chirurgico e di rendere le terapie ancora più accurate e personalizzate.

La collaborazione su questo tema con il gruppo del Centro di Anatomia del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna guidato dai professori Lucia Manzoli e Stefano Ratti consentirà di sviluppare modelli di didattica innovativa basati sull’intelligenza artificiale e finalizzati al training dei giovani chirurghi.


Il progetto è stato recentemente premiato a Roma in occasione del XXVII Congresso Europeo di Chirurgia Cranio-Maxillofacciale, che ha visto la partecipazione di quasi 3000 delegati provenienti da tutto il mondo.