Sarà inaugurata, alle 18 di martedì 29 ottobre, a Palazzo Magnani (via Zamboni, 20, Bologna) la mostra “Ezio Raimondi: la biblioteca infinita”, che presenta le fasi significative del percorso intellettuale e accademico di Ezio Raimondi (Lizzano in Belvedere 1924 – Bologna 2014), studioso, professore universitario e lettore a un tempo.
Un’accurata selezione di materiali suddivisi in undici bacheche-sezioni, ciascuna dedicata a una tappa fondamentale e imprescindibile del suo iter: libri, lettere, fogli di appunti manoscritti e ciclostilati dei corsi universitari in larga parte conservati presso la sezione di Filologia classica e Italianistica della Biblioteca Umanistica dell’Ateneo, che proprio a lui è stata intitolata nel 2014.
L’esposizione - curata dal prof. Marco Antonio Bazzocchi, da Alberto Di Franco e da Luca Di Nardo, con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e in collaborazione con Unicredit, il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Alma Mater, il Sistema Bibliotecario di Ateneo e la Biblioteca Umanistica “Ezio Raimondi” - sarà visitabile fino a martedì 3 dicembre.
La prima parte della mostra ripercorre gli autori e gli studi che hanno inquadrato il metodo, tra filologia e critica, del professore: gli studi su Codro e l’Umanesimo a Bologna, Tasso, fino al Barocco e il Seicento.
In un secondo gruppo di sezioni sono riproposti da un lato i fondamentali studi manzoniani, dall’altro gli affondi sui "contemporanei" con un percorso che evidenzia le riflessioni sull'opera di Renato Serra, Carlo Emilio Gadda e Roberto Longhi, di cui Raimondi fu studente.
La sezione "Anomalie di un lettore" riguarda una selezione dei libri fondativi del professore (ad esempio Febvre, Curtius, e Bachtin). A chiudere l’esposizione, una sezione dedicata alla corrispondenza tra Raimondi e altri intellettuali e studiosi dell’epoca, come Gaetano Arcangeli e René Wellek.
Il metodo utilizzato per approntare la mostra ha seguito un criterio “genealogico”: le singole bacheche cercano di riproporre l’origine, lo sviluppo e il risultato di ogni singolo studio condotto da Ezio Raimondi, oltre alle circostanze accademiche e non solo che lo hanno fanno nascere, come l’incarico all’Accademia della Crusca le cui fatiche porteranno all’edizione critica dei Dialoghi del Tasso.
La costellazione documentaria testimoniata nelle sezioni della mostra si avvale, nei casi in cui il materiale lo consenta, anche di lettere contenenti testimonianze recuperate dai curatori per offrire un’approfondita e appropriata comprensione del singolo studio condotto in un determinato momento.