Mercoledì 20 novembre si celebra il 35° anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, il documento impegna le nazioni a garantire ai bambini e alle bambine protezione, promozione, cure adeguate e servizi.
Un tema, questo, sui cui l'Università di Bologna è da sempre molto attenta e su cui negli ultimi anni ha intensificato ulteriormente il suo impegno. Lo scorso anno l'Alma Mater ha infatti aderito al CREAN, il Children’s Rights European Academic Network: una rete accademica europea, coordinata dall’Università di Ginevra, per favorire gli scambi e la collaborazione tra istituti europei che si occupano di diritti dei bambini e per incoraggiare un risveglio di interesse e di responsabilità verso i cittadini più piccoli.
È nato così un gruppo di docenti, ricercatori, dottorandi, in arrivo da vari dipartimenti, che uniscono le loro competenze per favorire il dialogo tra discipline legate ai diritti dell’infanzia, organizzando eventi e momenti di confronto tra docenti e con studenti e studentesse, e per promuovere una prospettiva di ricerca non solo multidisciplinare, ma autenticamente interdisciplinare.
"Sono ancora molti i diritti inevasi che riguardano le generazioni più giovani", dice Maria Teresa Tagliaventi, ricercatrice al Dipartimento di Scienze Dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin" e referente del CREAN per l'Alma Mater. "Per attuare la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è richiesta una mobilitazione generale che, all’interno di ogni paese firmatario, veda l’impegno di singoli, famiglie, professionisti, organizzazioni non governative, autorità locali e istituzioni, affinché il tema dell’infanzia divenga tema prioritario nelle linee di azione e nella cultura di ogni nazione".
Secondo i dati Istat sulla povertà, in Italia sono più di un milione e 295 mila i bambini e gli adolescenti in condizioni di povertà assoluta: il 13,8% del totale. Mentre le ragazze e i ragazzi che non riescono ad ottenere un diploma di scuole superiori sono il 10,3%. Dati allarmanti, su cui incide la condizione socioeconomica della famiglia di origine e il background migratorio, oltre alla disuguaglianza territoriale e regionale nella possibilità di fruire di servizi e di assistenza sanitaria.
A livello globale, invece i dati Unicef indicano sei paesi in cui i diritti dei bambini vengono gravemente violati a causa di anni di conflitti: Palestina/Israele, Haiti, Siria, Sudan, Ucraina e Yemen. Alla fine dello scorso anno, circa 40 milioni di bambini in queste nazioni necessitavano di assistenza; oggi, con l’intensificarsi dei conflitti – in primis quello israelo-palestinese – questi numeri crescono in modo drammatico.
"Questi dati ci dicono che è urgente parlare, discutere e promuovere studi sui diritti dei bambini e sulla loro difesa e promozione", aggiunge Chiara Suttora, professoressa al Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" e membro del gruppo CREAN dell'Alma Mater. "Un lavoro che svolgiamo all’interno dell’Alma Mater grazie ai tanti ricercatori e alle tante ricercatrici che dedicano le loro attività allo studio del benessere di bambini e adolescenti, trattando molti dei diritti sanciti dalla Convenzione del 1989”.
Il gruppo CREAN dell'Università di Bologna ha recentemente presentato i dati di alcune ricerche su questi temi, parlando di infanzia nell’ambito del diritto alla salute, alla cura, alla comunicazione, all’utilizzo della lingua di origine, allo sviluppo fisico, psichico e sociale. Ha inoltre realizzato un seminario, in collaborazione con enti del terzo settore, intitolato “Diritti verso dove? Analisi e riflessioni sulla tutela dei diritti dei bambini e delle bambine”.
Sempre il gruppo CREAN, infine, ha contribuito alla stesura della “Child Protection Policy” dell'Alma Mater, che esprime l’impegno dell’Ateneo verso il rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, riconoscendo la responsabilità dell'Ateneo nel proteggere, realizzare e promuovere il benessere di tutte le persone minori di età coinvolte nelle attività di ricerca scientifica.