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Il Senato Accademico vota una mozione sulla guerra a Gaza

Presentata dai rappresentanti della componente studentesca, la mozione esprimeva diverse richieste relative alla posizione dell’Ateneo in merito alla guerra in corso nella Striscia di Gaza, a suoi rapporti presenti o futuri con aziende israeliane impegnate nell’industria bellica, e più in generale con aziende del comparto militare e con soggetti quali la Marina Militare Italiana


Il Senato Accademico dell’Università di Bologna si è espresso oggi su una mozione presentata dai rappresentanti della componente studentesca. La mozione esprimeva diverse richieste relative alla posizione dell’Ateneo in merito alla guerra in corso nella Striscia di Gaza, a suoi rapporti presenti o futuri con aziende israeliane impegnate nell’industria bellica, e più in generale con aziende del comparto militare e con soggetti quali la Marina Militare Italiana.

Nella precedente seduta del Senato, nel mese di aprile, l’Alma Mater aveva già chiarito – dopo attento monitoraggio di tutti gli accordi in corso – di non avere rapporti con Università israeliane esposti al rischio di dual use (doppio uso civile e militare).

Oggi, dopo aver ricevuto una delegazione dei collettivi studenteschi, che ha espresso le proprie ragioni in appoggio della mozione, e dopo aver dato la parola anche a due donne palestinesi accompagnate da due bambine scampate ai bombardamenti della Striscia e giunte in Italia per le cure mediche, il Senato ha discusso la mozione.

Dopo la discussione, il Senato è pervenuto alla decisione di esprimere voto favorevole, senza riformulazione alcuna, ai punti 2 e 17 della mozione: «Che l’Università di Bologna diventi portavoce degli ideali di pace e di giustizia nella prossima adunanza della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) mediante l’impegno a discutere il tema del coinvolgimento delle Università italiane nei territori palestinesi occupati, nei contesti di guerra e, più genericamente, nella filiera bellica» e «Che l’Università di Bologna comunichi le decisioni approvate dal Senato Accademico nell’adunanza del 21 maggio 2024 a tutte le strutture e le articolazioni dell’Ateneo; e che promuova il rispetto e l’attuazione delle delibere nello svolgimento delle attività di ricerca, di didattica e di terza missione da parte di ogni componente universitari».

Il Senato ha quindi discusso il punto 1 della mozione, che chiedeva la condanna della distruzione delle Università nella Striscia di Gaza, e lo ha riformulato nel seguente modo, rendendolo ancora più ampio: «L’Università di Bologna condanna ogni aggressione bellica a istituzioni universitarie, personale universitario, studentesse e studenti universitari e si impegna a promuovere e a sostenere in ogni occasione, anche d’intesa con partner nazionali e internazionali, iniziative di accoglienza rivolte a docenti, ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti di Atenei oggetto di aggressione in contesti di guerra. Con particolare riferimento alla situazione della Striscia di Gaza, dove le operazioni militari hanno determinato la distruzione di gran parte del sistema di istruzione terziaria, l’Università di Bologna – già impegnata per questo fine in interlocuzioni con organismi e reti internazionali – ribadisce il proprio impegno ad adottare misure specifiche che consentano di accogliere e/o sostenere studiosi e studenti nelle loro attività e nella prosecuzione dei loro percorsi, e si adopera per sollecitare l’adozione di analoghe misure a livello nazionale».

Il Senato ha discusso quindi i punti 3, 5, 15 e 16 della mozione, convergenti nel chiedere l’interruzione dei rapporti con imprese israeliane attive nell’industria bellica, un rafforzamento delle norme contro il dual use, il rifiuto di accordi con aziende prevalentemente impegnate nella produzione di armamenti.

Il Senato ha riformulato e sintetizzato tali richieste nell’impegno ad assumere regole sempre più aggiornate e severe, anche attraverso opportuni metodi di coinvolgimento e partecipazione, a partire dalle rappresentanze studentesche: «L’Università di Bologna è già impegnata nel costante adeguamento e miglioramento della propria normativa, in coerenza con le leggi nazionali e internazionali e i loro progressivi aggiornamenti, per prevenire o minimizzare i possibili rischi di dual use legati alle proprie attività scientifiche, come dimostrano l’espressa introduzione di questa tematica nel nuovo Codice etico e di comportamento e, a breve, nei nuovi modelli di accordo con le imprese, nonché l’applicazione del DNSH a tutti i progetti PNRR e la condivisione, nell’aprile del 2022, delle linee guida CRUI relative al dual use. L’Università di Bologna si impegna a rafforzare ulteriormente la propria regolamentazione, alla luce della normativa nazionale e internazionale e delle sue evoluzioni, al fine di prevenire, eliminare o comunque ridurre al minimo i rischi di dual use eventualmente connessi alle proprie attività scientifiche e didattiche, nonché nelle consulenze e collaborazioni nazionali e internazionali. L’Università di Bologna intende svolgere tale attività garantendo la massima partecipazione di tutta la comunità accademica e studentesca, nonché un costante confronto con gli altri Atenei e con la società civile, come già fatto nel caso della revisione del Codice etico e di comportamento, favorendo inoltre ogni processo di sensibilizzazione, condivisione e dibattito che giovi ad affrontare con piena consapevolezza critica il tema del dual use».

Il Senato ha discusso quindi i punti 4, 6, 7, 11, 12, 13 e 14 della mozione, che da diverse prospettive chiedevano l’interruzione o il rifiuto di accordi con soggetti pubblici o privati colpevoli di violare i diritti umani o di trovarsi in territori occupati, come la Ariel University. Il Senato ha riformulato tali punti nel seguente modo: «L’Università di Bologna è determinata a proseguire un controllo costante di tutte le proprie iniziative scientifiche e formative e a utilizzare strumenti regolamentari sempre più consoni, aggiornati ed efficaci per assicurare che le proprie collaborazioni non coinvolgano università, enti di ricerca o altri soggetti pubblici o privati, di qualsiasi nazionalità, che – secondo il giudizio degli organismi nazionali o internazionali competenti – siano riconosciuti come responsabili di violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. L’Università di Bologna si impegna a rescindere ogni accordo vigente con università, enti di ricerca o altri soggetti pubblici o privati qualora i partner incorrano nelle condizioni di cui sopra».

A tutti i precedenti punti, così come riformulati, il Senato ha espresso voto favorevole.

Infine, il Senato ha espresso voto contrario per i punti 8 («Che l’Università di Bologna revochi la partecipazione del proprio “team” al “Leonardo Drone Contest”, tramite la rescissione del corrispettivo contratto»), 9 («Che l’Università di Bologna rescinda il Memorandum of Understanding siglato con la NATO, nonché qualunque tipo di accordo o di contratto siglato con l’Alleanza militare»), 10 («Che l’Università di Bologna rescinda l’accordo di collaborazione, nonché qualunque altro contratto attivo, con la Marina Militare italiana»), perché il Contest di cui al punto 8 rappresenta una manifestazione a cui liberamente partecipano team studenteschi impegnati su progetti di innovazione tecnologica non finalizzati al dual use, e perché gli accordi ai punti 9 e 10 rappresentano esempi di collaborazioni con comparti dello Stato italiano o con organizzazioni internazionali alle quali lo Stato italiano aderisce.