Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Signora Laura al Complesso Monumentale Shah-i-Zinda, a Samarcanda, in occasione della visita Ufficiale (Foto: Presidenza della Repubblica)
Nel corso di una recente visita in Uzbekistan, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ammirato i risultati della missione archeologica che da più di vent'anni l'Università di Bologna porta avanti a Samarcanda. Il Presidente ha espresso il proprio compiacimento per il lavoro della missione, sottolineando l'importanza che questi progetti internazionali rivestono in termini di diplomazia culturale e di mutuo scambio tra i paesi.
Accompagnato da Simone Mantellini, ricercatore al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna e direttore della missione, il Presidente Mattarella ha visitato due dei principali monumenti UNESCO e luoghi storici di Samarcanda: il complesso del Registan e la necropoli monumentale di Shah-i Zinda.
Nel Registan, all'interno della Madrasa di Sher Dor, Mattarella ha potuto osservare, su tre pannelli allestiti per l'occasione, le attività della missione archeologica dell'Alma Mater, accompagnate da una vetrina di reperti archeologici. La sua attenzione si è concentrata in particolare sui materiali provenienti dal complesso fortificato di Kafir Kala, dove le indagini hanno portato alla scoperta di un imponente centro amministrativo che controllava le rotte locali della Via della Seta pre-islamica.
Lo scorso settembre il sito è stato iscritto nella WHL UNESCO, all'interno della nomination Silk Roads: Zarafshan-Karakum Corridor, e dal 2022 la missione dell’Università di Bologna è attiva nella creazione di un parco archeologico aperto al pubblico locale e internazionale. Un'opportunità, questa, resa possibile dal progetto KALAM, finanziato dalla Fondazione Volkswagen e coordinato dal professor Nicolò Marchetti. Il progetto - che oltre a Simone Mantellini, vede la collaborazione di Roberta Bonetti, Licia Proserpio e Andrea Zinzani - si concentra sullo sviluppo di strumenti, anche automatizzati, e protocolli per l’analisi archeologica dei paesaggi e la gestione del patrimonio culturale.
Avviata nel 2001 dal professor Maurizio Tosi in collaborazione con l'Istituto di Archeologia di Samarcanda, la missione archeologica continua ad essere alimentata sia dalla passione di studenti, dottorandi e assegnisti dell’Alma Mater e di altri atenei italiani ed esteri, sia dal sostegno del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI), dell'Associazione ISMEO di Roma, della Fondazione Flaminia di Ravenna e di altri enti e finanziatori locali.