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Visita istituzionale del Presidente Mattarella in Cina: il Rettore Molari membro della delegazione italiana

Un elogio all’Alma Mater da parte del Capo dello Stato, che nella sua lectio magistralis ne ha riconosciuto la lunga tradizione, il ruolo di spicco nel panorama accademico globale, l’impegno per la cooperazione internazionale e la propensione ad adeguarsi al mutare dei tempi, per rimanere sempre nella frontiera della modernità


Il Rettore Giovanni Molari ha rappresentato l’Università di Bologna al Forum dei Rettori italiani e cinesi, che si è svolto a Pechino lo scorso fine settimana, nella cornice della visita istituzionale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Cina. Cultura e ricerca sono state infatti al centro del dialogo promosso dalla missione che si è conclusa il 12 novembre.

Il Forum è nato per promuovere la cooperazione accademica fra i due Paesi, con l’obiettivo ultimo di favorire lo scambio tra civiltà e l’apprendimento reciproco. Nel contesto dell’iniziativa, il Rettore ha evidenziato come l’Alma Mater, che ha all’attivo o sta finalizzando nuovi accordi con dieci università con sede in Cina e conta oltre 1.600 studentesse e studenti cinesi, abbia collaborato proficuamente con i partner in ambiti che spaziano dall’Intelligenza Artificiale all’automazione robotica, fino al settore farmaceutico. “Sono certo che questi dialoghi possono aiutarci a raggiungere uno sviluppo comune e ad affrontare le sfide globali”, ha dichiarato Molari.


Un elogio speciale all’Alma Mater è giunto dal Presidente Sergio Mattarella, nel corso della sua lectio magistralis presso la prestigiosa Peking University. Il Presidente ha messo in luce come l’Università di Bologna - la più antica del Paese e d’Europa - e quella di Pechino - che affonda le sue radici nella millenaria civiltà cinese – costituiscano, con la loro storia, due riferimenti nel mondo accademico internazionale. Ha evidenziato come l’Alma Mater abbia costantemente cercato di adeguarsi ai tempi mutati, per restare sempre sulla frontiera della modernità.

Mattarella ha illustrato come nelle relazioni fra Stati, che coinvolgono il versante politico, economico e culturale, quest’ultimo sia il più importante, il più solido, quello che pone radici non condizionate dal contingente momento presente. I rapporti culturali cementano l’amicizia, perché intensificano la conoscenza e la crescita comuni. E le Università di Bologna e di Pechino, ha sottolineato il Presidente, sono già attive nella cooperazione internazionale con altre istituzioni accademiche. Collaborano per comuni orizzonti di ricerca, per uno scambio di saperi.

“Quello di questi due Atenei, così importanti nella costellazione universale del mondo, è un esempio che alimenta l’impegno molto grande che vi è da parte di tante università a questo riguardo”, ha affermato Mattarella.

Favorire la cooperazione, con lo scambio di docenti, di giovani ricercatori e di studenti è elemento fondamentale. “Vorrei dire che quest’ultimo, lo scambio di studenti, ha un ulteriore valore perché non soltanto crea conoscenza reciproca, non soltanto crea comune orientamento nelle ricerche e nello studio, ma crea anche, nella dimensione personale, rapporti di carattere umano fondamentali nella vita internazionale. Per questo il ruolo che possono svolgere questi Atenei è davvero di grande rilievo”, ha proseguito il Presidente, riferendosi alle Università di Bologna e Pechino.

Nella prospettiva di sviluppo delle relazioni culturali fra i due Paesi e di incentivo alle trasformazioni sociali che ha contraddistinto la Missione, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottoscritto un Programma Esecutivo di collaborazione culturale tra Italia e Cina per il periodo 2024-2028 e firmato un Protocollo di Intesa tra il Ministero dell'Università e della Ricerca italiano e il Ministero dell'Istruzione cinese, che prevede la consultazione periodica tra le due Nazioni per sviluppare sinergie accademiche e culturali. È già in programma, infine, il Forum dei Rettori italiani e cinesi per il 2025.