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Studentesse e studenti universitari sono bravi in italiano?

Univers-ITA, progetto coordinato dall’Alma Mater, rende disponibile la prima mappatura sistematica delle capacità di scrittura formale della popolazione studentesca universitaria italiana

La lingua italiana sta realmente subendo un progressivo e inesorabile declino? Si sono ridotte davvero le capacità linguistiche di studentesse e studenti? Le risposte prova a darle Univers-ITA. L’italiano scritto degli studenti universitari: quadro sociolinguistico, tendenze tipologiche, implicazioni didattiche, il progetto coordinato dal prof. Nicola Grandi dell’Alma Mater e che ha coinvolto le università di Macerata, Pisa e l’Università per Stranieri di Perugia.

Per capire quanto queste idee - molto diffuse nell’opinione pubblica e piuttosto radicate anche tra i docenti delle università - siano effettivamente rappresentative della realtà, il gruppo di ricerca interdisciplinare ha realizzato la prima mappatura sistematica delle capacità di scrittura formale della popolazione studentesca universitaria italiana.

La ricerca, condotta su un campione di più di 2000 studenti e studentesse di oltre 40 università italiane e rappresentativo per aree geografiche e disciplinari, è basata sulla sinergia tra competenze di tipo linguistico, informatico, statistico, educativo e sociologico.

Il dataset del progetto, che contiene il quadro complessivo dei metadati dei 2.137 testi raccolti, rende possibili elaborazioni statistiche relative alle correlazioni tra competenze di scrittura e variabili di tipo sociobiografico: ad esempio, si può capire quali siano le competenze di studenti e studentesse di singole aree disciplinari, geografiche o raggruppati per ulteriori sottoclassi (come chi legge poco o tanto, chi ha frequentato un liceo, e così via).

Il lavoro svolto ha portato alla costruzione di tre corpora linguistici, in grado di dare una visione di insieme sulla produzione scritta formale di studenti e studentesse nel quadro dell’attuale configurazione del nostro sistema linguistico, che ruota attorno a due standard: quello “tradizionale” e il cosiddetto neo-standard (o italiano dell’uso medio), varietà che si è affermata negli ultimi decenni.

Prima di Univers-ITA l’idea che studenti e studentesse scrivano peggio di qualche anno fa era un luogo comune, basato su esperienze di tipo personale. Oggi la comunità scientifica ha a disposizione strumenti per fotografare, con dati veri e autentici, questo segmento così importante del sistema linguistico italiano.

Al tempo stesso le università avranno la possibilità di progettare interventi formativi basati su esigenze reali della comunità studentesca, come il MOOC sulla punteggiatura curato dall’unità di ricerca di Pisa, affrontando in modo concreto il tema dell’educazione linguistica.

I primi risultati del progetto di ricerca sono raccolti nel volume “L’italiano scritto degli studenti universitari”, scaricabile gratuitamente.