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Al via il progetto sulla storia coloniale delle università europee

"Colonial Legacies of Universities: Materialities and New Collaborations (COLUMN)", il titolo dello studio a cui collabora l'Alma Mater, guidato dalle Università di Utrecht, Anton De Kom (Suriname), Graz (Austria), Pretoria (Sudafrica), Ginevra (Svizzera), Charles (Repubblica Ceca), Aarhus (Danimarca) e dello Studio Louter

L'Università di Bologna è partner del progetto “Colonial Legacies of Universities: Materialities and New Collaborations” (COLUMN), cofinanziato dal programma Horizon Europe dell'ERC e dalla Swiss National Science Foundation per un totale di 4.483.595 euro.

Guidato dall'Università di Utrecht e dal professor Gertjan Plets, e con la partecipazione delle Università Anton De Kom (Suriname), Graz (Austria), Pretoria (Sudafrica), Ginevra (Svizzera), Charles (Repubblica Ceca), Aarhus (Danimarca) e dello Studio Louter, per la parte relativa all’allestimento di una mostra itinerante, il gruppo di ricerca si occuperà della storia coloniale delle università europee e di come affrontare e superare i retaggi che essa ha generato.

La collaborazione con partner provenienti da Paesi che erano stati colonizzati è al centro del progetto che vede nella ricerca sul patrimonio culturale e scientifico delle università un'opportunità unica per sviluppare con loro relazioni e collaborazioni volte a superare le gerarchie coloniali.

Il team di studiosi dell'Università di Bologna sarà guidato dalla prof.ssa e antropologa Maria Giovanna Belcastro del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali – BiGeA e referente delle collezioni antropologiche museali di Unibo, con la collaborazione della prof.ssa Patrizia Battilani del Dipartimento di Scienze Economiche – DSE ed esperta di patrimonio dissonante e membro del Self Steering Committee di UnaEuropa per il Cultural heritage, della prof.ssa Monica Azzolini del Dipartimento di Filosofia - FILO) che si occupa di storia della scienza, e del prof. Juri Nascimbene del BiGeA e referente scientifico dell’orto botanico e dell’erbario, con l'obiettivo di esplorare la ricca storia delle collezioni antropologiche e dell'Orto botanico del Sistema Museale di Ateneo - SMA.

Le università e la scienza, soprattutto in Europa, si sono espanse in modo significativo durante il periodo coloniale lasciando tracce dissonanti nel patrimonio che molte università europee hanno ereditato: alcuni edifici portano il nome di figure contestate, diverse collezioni incorporano contenuti e significati oggi in contrasto con i valori delle democrazie, i giardini botanici sono testimoni silenziosi dell’acquisizione di essenze e piante dai luoghi attraversati dalle spedizioni scientifiche.

Il tema della decolonizzazione offre una straordinaria opportunità per riflettere sulla sostenibilità e sul destino del patrimonio delle università europee condividendo scelte e soluzioni con colleghe e colleghi di università di paesi extraeuropei: Asia, Africa e Sud America. Grazie infatti a una partnership che comprende università e istituzioni di paesi che hanno vissuto la colonizzazione (Suriname, Sudafrica, Vietnam, Indonesia, Messico), questo progetto ambisce a produrre nuove sinergie e a trasformare le narrazioni esistenti sul progresso scientifico, disegnando buone pratiche per la gestione del patrimonio materiale e immateriale dei campus, delle collezioni antropologiche e degli orti botanici legati al passato coloniale.