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"L'economicità del gruppo": psicologi, psicoanalisti, economisti e studiosi di neuroscienze a convegno

Apre il convegno: "L'economicità del gruppo - l'emergenza dei beni relazionali nella società, nella mente e nel cervello" organizzato dal Dipartimento di Psicologia.
La democrazia fa bene alla salute, quella mentale innanzitutto. E' l'assunto di base da cui muovono le ricerche di psicologi, psicoanalisti, studiosi di neuroscienze che si riuniscono sulla proposta della "Group Analytic Society", fondata a Londra negli anni Cinquanta da Norbert Elias e Shigmund Foulkes e per l'Italia all'Istituto di Gruppo Analisi. L'Istituto è collegato al Centro interdipartimentale per l'intervento e la ricerca sui gruppi dell'Università di Bologna e al Dipartimento di Psicologia, dove da oltre dieci anni è attivo un laboratorio per la ricerca e lo sviluppo della psicoterapia di gruppo.
Si intitola "L'economicità del gruppo - l'emergenza dei beni relazionali nella società, nella mente e nel cervello" il convegno, organizzato dalla prof.ssa Luisa Brunori, del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna che si apre,

martedi 27 agosto alle ore 11,00
Aula Magna S.Lucia, via Castiglione 36, Bologna



con la relazione dell'economista prof. Stefano Zamagni dell'Ateneo di Bologna dal titolo "Verso un'economia delle relazioni umane: il ruolo della psicologia nell'economia". Nell'arco di cinque giorni (il convegno si chiuderà sabato 31 agosto) si svilupperà il dibattito tra oltre trecento studiosi provenienti da tutt'Europa, in una modalità abbastanza inusuale per i convegni scientifici, visto che gli stessi partecipanti alterneranno  sedute plenarie e workshop con incontri di gruppi ridottissimi, in cui emergerà pure il valore emotivo dei temi dibattuti nelle relazioni scientifiche. Il nutritissimo programma del convegno (reperibile nel sito www. psibo.unibo.it alla voce convegni e congressi) prevede inoltre la proiezione di una serie di film - compresa "la corazzata Potiomkin" e "la vita è bella" - tutti scelti con lo scopo di stimolare una ricerca di tipo emotivo sul concetto di "bene relazionale" nel gruppo.
Democrazia, dunque, intesa anzitutto come fiducia, come mutuo rispetto, responsabilità reciproca, scambio e sostegno tra pari: essere in gruppo, sentirsi partecipe delle esperienze e dei valori ha una funzione terapeutica, di cura dei mali della mente e del cuore. La  psicoterapia di gruppo è efficace su persone "borderline" - come dimostrano i successi rilevati in Gran Bretagna su giovani che dimostravano il loro disagio facendo danni e violenze - su vittime della guerra e della dittatura e sulle vittime della pedofilia. E' efficace in situazioni di estremo disagio, come in Bangladesh, dove il "microcredito" pensato da Muahammad Yunus per ridare fiducia e riattivare le capacità anche produttive - economiche, dunque - delle donne bengalesi rimaste senza nulla, vittime delle catastrofi naturali e del sistema sociale e produttivo che le emarginava. Ed è pure efficace anche nelle società occidentali in cui l'individuo è sottoposto allo stress e ai ritmi sempre più accelerati della vita quotdiana. Il gruppo, dunque, inteso come scambio di "beni relazionali", diventa elemento dell'economia, un'economia fondata sulla persona prima che sulla merce. Senza contare il valore economico, di costo monetario, della terapia di gruppo, altrettanto efficace rispetto alla terapia individuale, ma nettamente meno costosa e più produttiva per il singolo e per la società.
A completare il quadro, il convegno di Bologna darà spazio anche alle neuroscienze: tra i relatori, il prof. Giorgio Rizzolatti dell'Università di Parma, che ha scoperto la funzione del neurone "mirror" ossia il fattore genetico alla base della capacità di imitazione, basilare per instaurare la relazione interpersonale.