L'FBI sulle tracce di Medicina Legale
Non solo ricerca nei laboratori dell’Istituto: intensa l’attività investigativa in collaborazione con la Magistratura.
In pochi sanno che all’interno dell'Istituto di Medicina Legale del Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica dell’Università di Bologna esiste un modernissimo laboratorio di genetica forense. Come dire, all’interno della struttura di Via Irnerio lavora una piccola Scotland Yard specializzata in tutto quel che riguarda l’analisi del DNA.
Il laboratorio nasce nel 1990 dalla volontà del Prof. Giuseppe Pappalardo, Ordinario di Medicina Legale presso la Facoltà di Giurisprudenza, e dalle generose sovvenzioni di alcune banche cittadine che hanno permesso l’acquisto del primo strumento fondamentale per le attività di ricerca: un amplificatore di DNA, sofisticata apparecchiatura che permette di ricavare da una singola molecola milioni di molecole identiche.
Negli anni la struttura si è arricchita di nuovi strumenti per l’analisi genetica e grazie all’impegno congiunto delle due facoltà a cui l’Istituto afferisce, Giurisprudenza e Medicina, è stato possibile promuovere un dottorato di ricerca in Scienze Medico Forensi, in grado di formare professionalità altamente specializzate nell’analisi del DNA.
La autorevole attività di ricerca del Centro, mossa da un’equipe composta dalla Dott.ssa Carla Bini, il Dott. Gianmarco Ferri e la Dott.ssa Stefania Ceccardi, tutti coordinati dalla Dott.ssa Susi Pelotti, è testimoniata dalla pubblicazione di numerosi lavori sperimentali su riviste di fama mondiale di medicina legale e dagli interventi svolti in convegni e congressi internazionali di emogenetica forense.
"Il laboratorio tuttavia non si occupa solo della ricerca", spiega il Prof. Pappalardo, ricordando che "al suo interno vengono svolte numerose indagini, commissionate da privati e dai Tribunali di tutta Italia". Queste inchieste spaziano dagli esami di paternità in materia di diritto di famiglia, alle rilevazioni su traccia di DNA in casi delittuosi, di cui la cronaca ha spesso dato notizia. Un caso tristemente famoso in cui l’attività dell’Istituto è stata fondamentale nell’identificazione dei colpevoli è quello della "Uno Bianca".
Il contributo investigativo del Centro nei confronti della Giustizia è unanimemente riconosciuto. "Questo – conclude il Prof. Pappalardo - rappresenta un caso di collaborazione tra Istituzioni che ha portato una grande fama alla sezione di Medicina Legale, tanto che il Ge.F.I (associazione Genetisti Forensi Italiani) ha affidato alla struttura dell’Alma Mater l’organizzazione del XX Congresso Nazionale, previsto per il prossimo settembre, al quale interverranno studiosi di fama internazionale e una delegazione dell’FBI".