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L’invincibile Bartolomeo Colleoni si fa bello all’Alma Mater

Assalita dalla acqua salmastra della laguna e più recentemente dalle scorie di Marghera, la statua dell’ "Invincibile" capitano della Serenissima sarà ora restaurata. Al corso di Laurea in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro del Beni Culturali si terranno le analisi preliminari.
il Rettore in visita al cantiere del restauro I soldati del tempo lo avevano soprannominato "L’Invincibile". Di lui, Bartolomeo Colleoni, le cronache del Quattrocento parlano come di un valoroso capitano di ventura al servizio della Repubblica Serenissima. Ma oltre al coraggio a Bartolomeo non mancavano ricchezze e ambizione se, in punto di morte, accettò di lasciare tutti i suoi beni a patto che venisse eretta in suo onore una statua. La città di Venezia affidò il compito ad Andrea Verrocchio che ultimò nel 1496 il monumento equestre esposto in Campo dei santi Giovanni e Paolo.
 
Se agguerriti e intrepidi furono i nemici che il Colleoni dovette affrontare in vita, altrettanto temibili furono gli attacchi cui la sua effige è andata incontro. La lega di bronzo con cui era stata ritratto in posa marziale infatti è stata soggetta a oltre cinque secoli di azione delle acque salmastre della laguna. Senza contare che la statua può essere aggiunta in coda alla ben più drammatica lista di vittime dell’inquinamento prodotto in meno di cinquant’anni dal colosso petrolchimico di Marghera. Non c’è dunque da stupirsi se nel 1996 la statua del Verrocchio è stata iscritta nella lista dei "100 Most Endangered Sites" del World Monuments Fund (WMF).

In soccorso del monumento, una delle più belle statue equestri in bronzo mai realizzate, lo stesso WMF e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno oggi deciso di intervenire finanziando un’opera di restauro affidata all’esperto di fama mondiale Giovanni Morigi, noto tra l’altro per l’intervento sul nostro "Nettuno" del Gianbologna. Ed è proprio nella preliminare fase diagnostica necessaria per indirizzare il lavoro di restauro che è previsto il contributo dell’Università di Bologna.

Il prof. Rocco Mazzeo del Dipartimento di Chimica "G. Ciamician", ora presso il Corso di Laurea in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali (Te.Co.Re), condurrà un’approfondita analisi chimica della composizione delle patine superficiali di corrosione estratte dalla statua attraverso microprelievi. Per rendere più agevoli le operazioni e consentire l’ispezione anche dall’interno il corpo del Colleoni è stato separato dal cavallo ed entrambi sono stati rimossi dal piedistallo marmoreo e trasportati in un cantiere al coperto dove il Rettore si è già recato in visita. Dall’analisi della composizione mineralogica delle patine sarà possibile stimare i danni provocati dall’aerosol marino (ricco di cloruri responsabili del cosiddetto "cancro del bronzo") combinato con le elevate concentrazioni atmosferiche di anidride solforosa e valutare le concrete speranze di interrompere gli avanzati processi corrosivi (al momento, infatti, non esistono vernici protettive per il bronzo capaci di proteggerlo dalla ruggine). Il lavoro di diagnosi inizierà a marzo e richiederà diversi mesi di studio ma i risultati saranno preziosi per scegliere il miglior metodo di intervento e decidere il destino del prode Bartolomeo Colleoni.