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Al via CIRCE, il più grande progetto di ricerca sul clima del Mediterraneo

Dal Portogallo alla Siria, dalla Gran Bretagna a Israele, il progetto unisce 62 centri di ricerca europei, mediorientali e nordafricani per studiare l’evoluzione del clima dal punto di vista scientifico, ma anche economico e sociale. Anche il Dipartimento di Colture Arboree della Facoltà di Agraria prende parte al progetto.
Mediterraneo

Può contare su un finanziamento dell’Unione europea di 10 milioni di euro e punta ad individuare le strategie più efficaci per mitigare il cambiamento climatico in atto. E’ la carta di identità di CIRCE (Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment), il progetto che verrà presentato a Bologna, il 3 e 4 Maggio 2007 nella sede del CNR, in concomitanza con la terza parte del IV rapporto dell’IPCC.

"Da tempo il Dipartimento di Colture arboree e in particolare la Sezione che si occupa di selvicoltura ed ecologia forestale – spiega il prof. Federico Magnanistudia l’ecologia del bosco e la risposta alla disponibilità di acqua che in ambiente mediterraneo è una delle principali sfide del cambiamento climatico del prossimo secolo".

Nell’ambito del progetto dunque il ruolo del Dipartimento sarà quello di valutare atraverso l'applicazione di modelli matematici e esperienze pregresse derivate da altri progetti europei, l'impatto del cambiamento climatico su ecologia e produttività dei boschi nel Mediterraneo.

Il lancio di Circe avviene in concomitanza con la pubblicazione della terza parte del IV rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change - Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici). Domani a Bangkok verranno rese note le tecniche e le risoluzioni che possano mitigare gli effetti del cambiamento climatico, descritti nei precedenti capitoli di lavoro dell’IPCC, pubblicati in febbraio e aprile di quest’anno. E lo stesso metodo di studio integrato dell’IPCC è una delle novità introdotte all’interno di un unico progetto dallo staff scientifico multidisciplinare di CIRCE. Di fondamentale importanza sarà infatti il coinvolgimento delle realtà locali, dei contadini, dei pescatori, delle aziende che saranno interessate dai cambiamenti climatici nei prossimi anni.

Tramite competenze provenienti da diverse discipline, CIRCE studierà le previsioni climatiche nell’area mediterranea in relazione al più vasto cambiamento globale, per capire quale sarà l’evoluzione delle radiazioni atmosferiche, del ciclo dell’acqua, delle nuvole e degli eventi estremi (come precipitazioni intense o inondazioni).

Verranno valutati inoltre gli impatti su agricoltura, ecosistemi, foreste, qualità dell’aria e salute umana. Grande attenzione verrà data alle conseguenze economiche e sociali: in particolare saranno analizzati gli scenari che riguardano il turismo, il mercato energetico e l’eventuale migrazione delle popolazioni locali, per indicare possibili strategie di adattamento e mitigazione.

Il progetto europeo è coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

Per l’Italia partecipano, oltre all’INGV, il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo dei Cambiamenti Climatici), la Fondazione ENI Enrico Mattei, l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente),  il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’ASL di Roma (Dipartimento di Epidemiologia), le Università della Tuscia, di L’Aquila, di Bologna e del Salento e l’OGS (Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) di Trieste.