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Incontri, libri e film per parlare di lavoro

Ascanio Celestini, Mimmo Calopresti, Ermanno Rea, Andrea Bajani, Michela Murgia, Stefano Cella: questi i protagonisti di una settimana di incontri e proiezioni (dal 17 al 21 novembre) per raccontare, attraverso lo specchio della produzione culturale, la realtà incerta e precaria del mondo del lavoro oggi
Giornate del lavoro

Lavoro. Sempre più di frequente precario, insicuro, instabile. Una realtà che ha ormai avvolto l'intera società italiana e che da qualche hanno ha cominciato a riflettersi con intensità sempre maggiore anche nella produzione artistica del nostro paese. "Non è facile - spiega Michele La Rosa, docente al Dipartimento di Sociologia dell'Alma Mater - trovare nella letteratura, nei romanzi, nelle pellicole cinematografiche, l'oggetto 'lavoro'. Negli ultimi tempi, però, è nato un nuovo interesse attorno a questo tema, per cui sono sono stati scritti libri, girati film. E' un fenomeno che non è comune nella letteratura, non con questa intensità".

Proprio partendo da questa insolita intensità nella produzione culturale attorno alle tematiche del lavoro sono state pensate "Le giornate del lavoro": una settimana di appuntamenti, divisi tra incontri e proiezioni, assieme agli autori di libri, inchieste, film, documentari che hanno indagato sulle realità sociali, e spesso personali, che nascono dalle nuove, molteplici e incerte, condizioni lavorative.

Da lunedì 17 a venerdì 21 novembre si succederanno allora Ascanio Celestini, Mimmo Calopresti, Ermanno Rea, Andrea Bajani, Michela Murgia, Stefano Cella per incontri aperti (ore 15) nell'Aula dei Poeti della Facoltà di Scienze Politiche (Strada Maggiore, 45). Sono in programma inoltre tre proiezioni (ore 20) nella Sala Mastroianni del Cinema Lumière (Via Azzo Gardino, 65).

Ermanno Rea sarà il primo a intervenire, lunedì 17. Giornalista e scrittore, Rea è autore de "La dismissione", storia dello smantellamento dell'acciaieria Ilva di Bagnoli, a Napoli. "Storia di un'acciaieria negata" è il titolo dell'incontro, introdotto da Michele La Rosa. In serata sarà invece proiettato, alla presenza del regista, il documentario di Mimmo Calopresti "La fabbrica dei tedeschi", pellicola che racconta del terribile incidente alla Thyssen Krupp di Torino che costò la vita a sette operai lo scorso 6 dicembre.

L'incontro di martedì 18 è con Michela Murgia, autrice del libro "Il mondo deve sapere" in cui, tra sfruttamento economico e manipolazione psicologica, si racconta satiricamente la realtà degli operatori di un call center di una importante multinazionale. Nato partendo dall'esperienza personale dell'autrice, il libro è diventato anche un'opera teatrale ed è stato il testo d'ispirazione per la sceneggiatura del film "Tutta la vita davanti" di Paolo Virzì. Il film sarà proiettato in serata al Cinema Lumière.

Il mondo dei call center tornerà anche la giornata successiva, mercoledì 19, quando in serata sarà proiettato il documentario di Ascanio Celestini "Parole sante", costruito attraverso interviste ai lavoratori precari del più grande call center italiano. Nel pomeriggio l'attore e autore Ascanio Celestini sarà insieme ad Andrea Bajani per un incontro dal titolo "Giovani e lavoro". Così come Celestini, anche Andrea Bajani ha affrontato più volte nelle sue opere la tematica del lavoro: il suo romanzo "Cordiali saluti" racconta la storia di uno scrittore di lettere di licenziamento, mentre "Mi spezzo ma non m'impiego" è un viaggio-inchiesta nell'universo dei nuovi lavoratori  precari.

Giovedì 20 il programma prevede un incontro con Stefano Cella, regista del film "Il vangelo secondo precario", mentre l'appuntamento di chiusura, venerdì 21, sarà una tavola rotonda coordinata da Michele La Rosa. Parteciperanno Sandro Antoniazzi, Nerio Bentivogli, Claudio Levorato, Antonio Panzeri, enrico Pugliese.

Realizzata dal Centro Internazionale di Documentazione e Studi Sociologici sui Problemi del lavoro con il Dipartimento di Sociologia - Facoltà di Scienze Politiche, la rassegna vede la direzione scientifica di Michele La Rosa e la direzione artistica di Maria Virdis.