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Inaugurato il 921° anno accademico dell’Alma Mater

Sabato 24 gennaio, nell’Aula Magna di Santa Lucia la cerimonia di apertura. Assieme al Rettore Calzolari, Edgar Morin presidente dell’Agenzia Europea per la Cultura dell’Unesco, Marius Rubiralta sottosegretario spagnolo, Augusto Barbera costituzionalista e Angelo Erbacci, presidente del consiglio studentesco.
Calzolari "Negli ultimi anni abbiamo aperto gli anni accademici invocando la speranza di una maggiore attenzione del Paese alla sua Università, ma è andata sempre peggio. Sarà il caso allora di essere più prudenti". Con queste parole il Rettore Pier Ugo Calzolari inizia il suo discorso per l’apertura del nuovo anno accademico, il 921° dalla fondazione dell’Alma Mater.

E prosegue prendendo le mosse dalle "dure accuse che la politica e gli organi di stampa con convergente e implacabile sistematicità hanno elevato contro l’università di stato". Passa in rassegna i diversi luoghi comuni di quella che Calzolari ha definito la "leggenda nera" sulle università. Puntigliosamente, argomento per argomento: che i soldi ci sono e sono impiegati male, che il numero dei corsi di studio è raddoppiato, che il sistema italiano è inefficiente.

Certo ha detto Calzolari "ci sono abiti mentali ed etici da respingere e da archiviare" ma il problema su cui c’è invece un "silenzio inquietante" da parte dell’opinione pubblica è quello del futuro dell’università italiana.

Duro il passaggio sul sottofinanziamento da parte del Governo. "Il farmaco presuppone che il paziente sia vivo. Quegli stessi criteri di qualità percorrono diffusamente anche le linee guida del Ministro Gelmini, lodevolmente volte a disegnare una specie di palingenesi dell’Università italiana: ma senza por mano alla rovina finanziaria già iscritta nella finanziaria 2010 ogni pur pregevole sforzo sui modo di gestione non può che ricordare l’imbellettamento di un cadavere".

Poi l’ottica si restringe sull’ Unibo. "La riduzione del 10,5 % (40 milioni di euro), prevista per il 2010, di bilanci che impegnano in media il 90 % nelle spese per il personale, azzera semplicemente la possibilità di concepire un bilancio: è il taglio della testa che pone fine ai tormenti già patiti nel 2007 2008".

E il Rettore prosegue: "Si può veramente pensare che Unibo possa trovare ogni anno 40 milioni di euro nel mondo esterno?":

Nonostante il peso di questa leggenda nera "l’Alma Mater ha proseguito con progressiva intensità l’obiettivo della qualità". Calzolari cita a questo proposito alcuni esempi: la valutazione della ricerca e dei dipartimenti. E ancora "i traguardi inaspettati nei primi due anni del VII programma quadro con 21 milioni di finanziamenti ottenuti che collocano Unibo al primo posto in Italia, secondo la classifica del Sole 24 ore" e i successi internazionali: dal primato europeo per il numero di studenti Erasmus a quello per il coordinamento e la partnership di programmi Erasmus Mundus.

La conclusione è affidata alla gratitudine per il corpo docente, per il personale tecnico amministrativo (che ha deciso di non prendere parte alla inaugurazione) per i prorettori, il direttore amministrativo e i dirigenti compreso un affettuoso pensiero ai professori candidati al rettorato.

Subito dopo il discorso del Rettore un gruppo di studenti ha preso la parola e manifestato il proprio dissenso leggendo un documento. Poi la cerimonia ha ripreso il suo normale svolgimento. Il presidente del consiglio studentesco Angelo Erbacci si è incentrato su una riflessione sul ruolo dell’università che passi anche attraverso un peso dato alle valutazioni degli studenti e all’operato delle associazioni studentesche.

Il Segretario di stato spagnolo Marius Rubiralta ha avuto invece modo di dimostrare una "personale ammirazione per il Rettore Calzolari e per l’Università di Bologna che incarna i valori europei dell’educazione superiore". Dopo averne tracciato la centralità nella storia recente (dalla Magna Charta al processo di Bologna) ha portato la testimonianza di come il Governo spagnolo stia affrontando il processo di modernizzazione dell’attuale sistema universitario attraverso una strategia nazionale per la qualità, l’eccellenza la competitività e l’internazionalizzazione.

Ha preso le mosse invece dalla nascita della moderna università con la riforma di Humboldt il discorso del prof. Edgar Morin. Il sociologo francese ha incentrato la propria riflessione sul ruolo delle università chiamate a confrontarsi non solo con una cultura che richiede comunicazioni e scambio tra conoscenze scientifiche e cultura umanistica, ma anche la capacità di affrontare problemi fondamentali e globali che richiedono il superamento della frammentazione del sapere.

Alla vitalità e attualità della Costituzione è invece stata dedicata la lezione inaugurale del prof Augusto Barbera. Un discorso che ne ha ripercorso le vicende dimostrando che la Costituzione non è solo un complesso di regole e garanzie, ma è la tavola di valori condivisi. E’ il riconoscersi in una storia comune, in una storia divenuta comune.

Conclusi i discorsi i cortei sono usciti nell’ordine inverso a quello con il quale avevano fatto il loro ingresso.