La tv e la pubblicità propongono in modo pervasivo immagini di donne oggetto, corpi erotizzati e silenti, usati per vendere qualsiasi cosa e proporre dei modelli di mascolinità e femminilità. E non sono solo i corpi degli adulti ad essere rappresentati in questo modo: sempre più frequenti sono le immagini di bambine che sorridono maliziose e di bambini dallo sguardo torvo e l’espressione da duri, che si offrono allo sguardo degli altri in cerca di ammirazione.
Queste immagini non servono solo a vendere giochi o vestiti: attraverso la tv e la pubblicità vengono proposti modelli di mascolinità e femminilità che, proprio perché veicolati dai media, possono apparire normali, giusti e vincenti. Ma quali sono realmente gli effetti di questi modelli? In che modo condizionano i vissuti e le esperienze relazionali di ragazzi e ragazze alla prese con la transizione verso l’età adulta, e di bambini e bambine che ancora non hanno iniziato ad affrontare i dilemmi dell’adolescenza? E soprattutto è possibile, attraverso l’educazione ai media, educare anche a nuove relazioni tra i generi?
Questa sera, ore 20, al Centro Cinema San Biagio di Cesena si tiene l'incontro "La rappresentazione del corpo femminile nei media: usi, abusi e istruzioni per l'uso". L'appuntamento è promosso dalla Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione dell'Alma Mater e vedrà intervenire tre ricercatori che si sono occupati di stereotipi di genere e della loro rappresentazione: Cinzia Albanesi, Carlo Tomasetto e Federica Zanetti.