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La porta del Paradiso: il sestetto Korymbos in concerto

Sul palco dei Laboratori delle Arti sarà eseguita la musica tramandata su un manoscritto due-trecentesco conservato al Museo della Musica di Bologna. Il testo è l’unica fonte medievale italiana nota di musica sacra, monodica e polifonica, scritta per voci femminili
La porta del Paradiso: il sestetto Korymbos in concerto

Domani sera, martedì 16 aprile, ore 21, ai Laboratori delle Arti, La Soffitta 2013 presenta "La porta del Paradiso": un concerto del sestetto vocale e strumentale femminile Korymbos che propone musiche tratte da un manoscritto due-trecentesco conservato al Museo della Musica di Bologna. Il testo è l’unica fonte medievale italiana nota di musica sacra, monodica e polifonica, scritta per voci femminili: un coro di monache. Le 26 carte vergate offrono pagine di rara bellezza, di grande complessità formale ed esecutiva, pari al loro interesse storico. L'ingresso al concerto è gratuito, con ritiro di coupon la sera stessa, dalle ore 20, fino esaurimento posti.

Korymbos è un sestetto vocale femminile, con arpa, viella e liuto composto da Elena Bassi, Alessandra Giori, Frida Forlani, Alida Oliva e Silvia Testoni alle voci, Marianne Gubri all'arpa e Fabio Tricomi alla viella e liuto. L’ensemble è nato nel 2008 da colleghe legate da molti anni di collaborazione. Il lavoro sul repertorio del manoscritto Q11 del Museo della Musica di Bologna, proposto con successo nell’ambito del festival bolognese "Ancilla Domini", e ripreso in collaborazione con la Socìetas Raffaello Sanzio, nel 2011 è divenuto un CD, in cooperazione col teatro nazionale di Chambéry.

Il manoscritto Q11 proviene dalla collezione del compositore e teorico Padre Giambattista Martini. Di piccolo formato, è quello che si definisce un "manuale d'uso", ossia un manoscritto povero, di fattura non pregiata, ma contenente un prezioso tesoro musicale. Le ventisei carte, vergate tra la fine del Duecento e l'inizio del secolo successivo, provengono probabilmente dal centro Italia e tramandano canti monodici e polifonici concepiti per le voci femminili di un monastero italiano. Il codice rappresenta l'unica testimonianza in Italia (e in tutto il mondo ne esistono pochissime altre) che documenti l'attività musicale praticata dalle donne nel Medioevo.