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Una giornata per Giovanni Testori

Nel ventennale della scomparsa, il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e l'Associazione Giovanni Testori, dedica una giornata di studi a uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento
Una giornata per Giovanni Testori

Si tiene oggi pomeriggio, 15 maggio, dalle 16, nell'Aula Magna del Complesso di Santa Cristina la giornata di studi "Giovanni Testori critico d'arte", promossa dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, in collaborazione con Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e Associazione Giovanni Testori (Milano), nel venetennale della scomparsa di uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Il convegno, coordinato da Daniele Benati, vedrà a confronto cinque esperti e sarà un’occasione privilegiata per approfondire la personalità di Testori e in particolare la sua attività di critico d’arte.

Proprio all’Università di Bologna si avviò l’insegnamento di Roberto Longhi, grande storico dell’arte verso il quale Testori si sentì ben presto attratto, per l’esigenza di una relazione con l’opera d’arte diretta e che coinvolgesse la totalità della persona e, di conseguenza, di una critica che parlasse non solo agli specialisti, ma a qualunque uomo impegnato nel presente.

Nel corso dell'incontro sono previsti gli interventi di Beatrice Buscaroli (docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna; autrice di saggi e articoli su Testori per "Il Domenicale", "Il Resto del Carlino", "I Luoghi dell’Infinito"), Mattia Patti (ricercatore di Storia dell’Arte - Università di Pisa), Davide Dall’Ombra (direttore dell’Associazione Giovanni Testori, docente di Storia della critica d’arte - Università Cattolica di Milano), Claudio Spadoni (allievo di Francesco Arcangeli, già critico per "Il Resto del Carlino" e ora per QN), Davide Rondoni (direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e della rivista "ClanDestino").

Chi era Giovanni Testori
Scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore
: difficile definire in una parola Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Nato a Novate Milanese (MI) il 12 maggio 1923, già a 17 anni collabora ad alcune riviste dei Gruppi Universitari Fascisti con articoli di critica d’arte. Dal 1952 si avvicina a Roberto Longhi e dirige la rivista "Paragone", pubblicando importanti scritti sull’arte lombardo-piemontese tra Cinquecento e Settecento. Del 1954 è la sua prima opera di narrativa: "Il dio di Roserio". Seguirà poi il ciclo de "I Segreti di Milano" e l’esordio come drammaturgo al Piccolo Teatro di Milano, con "La Maria Brasca" nel 1960.

Gli anni Sessanta sono segnati dal sodalizio con Luchino Visconti e dalla notorietà che Testori raggiunge presso il grande pubblico in campo teatrale. Nel frattempo si impone come promotore di mostre che, sulla scia degli studi inaugurati da Longhi, esplorano settori ancora poco noti dell’arte padana (dopo la collaborazione all’esposizione sui Pittori della realtà in Lombardia curata da Longhi nel 1953, nel 1955 organizza la Mostra del manierismo piemontese e lombardo del Seicento e nel 1959 quella torinese di Tanzio da Varallo). Crescono di pari passo i suoi interessi di critico militante nei confronti di Ennio Morlotti, erede del grande naturalismo ottocentesco, che lo portano a farsi appassionato esegeta di artisti come Ilario Fioravanti e Willy Varlin, per entusiasmarsi infine per alcuni giovani italiani, tedeschi e austriaci, da Giovanni Frangi e Aurelio Bertoni a Rainer Fetting e Klaus Karl Merkens, a Hubert Scheibl, Ludwig Meidner e Bernd Koberling, che devono a lui la notorietà.

In tutte queste esperienze, non necessariamente fra esse correlate, egli cerca, soprattutto dopo il ricupero di una sentita religiosità seguito alla morte della madre (1977) e in sempre assoluta indipendenza di giudizio, una spiegazione ai misteri della vita e della morte. Dalla metà degli anni Settanta prende il posto di Pasolini come commentatore in prima pagina del "Corriere della Sera" e dal 1978 è responsabile della pagina artistica. Dopo tre anni di malattia, Testori muore il 16 marzo 1993, lasciando oltre 800 articoli oltre ai suoi celebri drammi, romanzi e studi critici.