Logo d'ateneo Unibo Magazine
Home Incontri e iniziative La prima biografia di Costantino Simonidis, il più grande contraffattore di...

La prima biografia di Costantino Simonidis, il più grande contraffattore di testi classici

All'Archiginnasio Luciano Canfora, Luciano Bossina, Silio Bozzi e Giuseppe Sassatelli dibatteranno sulla controversa figura del falsario conservatore
La prima biografia di Costantino Simonidis, il più grande contraffattore di testi classici

Domani, martedì 9 luglio, alle 17 la Sala dello Stabat Mater della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna ospiterà la presentazione del volume "L’Odissea del falsario, storia avventurosa di Costantino Simonidis" di Rüdiger Schaper, edita da Bononia University Press. Interverranno Luciano Canfora, dell'Università degli Studi di Bari, Luciano Bossina, dell'Università di Padova, e Silio Bozzi, Capo della Squadra mobile di Fano. Il dibattito sarà moderato dal docente Unibo Giuseppe Sassatelli.

Negli anni in cui la Grecia si ribella alla sudditanza turca e riscopre la gloria della sua classicità, nasce il più grande falsario di testi classici. È un altro modo di riscoprire l'antico: inventarlo. Morto due volte, due volte nato e in tre posti diversi, Costantino Simonidis era un enigma per i suoi contemporanei, e tuttora una minaccia per i filologi. Dalle isole impegnate nella rivoluzione greca ai leggendari segreti del monte Athos, dalla Russia zarista alla Costantinopoli dei Patriarchi. E poi gli insuccessi a Parigi, lo scacco inflitto all'Accademia di Berlino, le ambigue protezioni a Londra, le fughe, il ritiro in Egitto, la scomparsa nel nulla e una lunga scia di falsi che periodicamente riemergono. Questa è la prima biografia di un falsario conservatore, "con un piede nell'antico, e l'altro in galera", con un occhio all'ortodossia e l'altro all'eversione.

Dal 2006 Simonidis è il protagonista di un acceso dibattito riguardante la presunta falsità del Papiro di Artemidoro, un imponente papiro attribuito al geografo Artemidoro di Efeso e fatto risalire alla fine del I secolo a.C. Acquistato dalla Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo di Torino per la somma di 2.750.000 euro, il papiro è stato poi oggetto della mostra "Le tre vite del papiro di Artemidoro", curata da Salvatore Settis. Ma il filologo Luciano Canfora ha dichiarato che il papiro sarebbe un falso, individuandone il probabile autore proprio in Simonidis. 

La polemica, sorta in sedi scientifiche, è stata poi rilanciata dai principali quotidiani nazionali ed ha progressivamente coinvolto un numero crescente di studiosi, tra cui anche l'equipe del Gabinetto interregionale della polizia scientifica delle Marche-Abruzzo, diretta da Silio Bozzi, che ha sottoposto a indagine scientifica la foto del Konvolut (l'ammasso di cartapesta nel quale si dice che il papiro sia stato conservato per secoli), mettendo in luce numerose eclatanti contraddizioni che inducono a ritenere ci sia stata una manipolazione dell'immagine.