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Unibo al Festival della Scienza

Anche l'Università di Bologna partecipa all'evento genovese, con tre appuntamenti all'insegna della chimica: cristalli da mangiare, cristalli da indossare e un libro per capire come leggere (e scrivere) la Natura
Unibo al Festival della Scienza

Continua fino a domenica 3 novembre, a Genova, il Festival della Scienza. E anche l'Università di Bologna partecipa al ricchissimo programma di incontri. Venerdì 1, alle 18,30, alle Cisterne di Palazzo Ducale, il prorettore alla ricerca e docente di chimica Unibo Dario Braga sarà protagonista della conferenza "Cristalli da mangiare... chi l'avrebbe mai detto? Spigoli gustosi e angoli succulenti". Che sale e zucchero siano cristalli siamo piuttosto persuasi, ma chi penserebbe che tra una cioccolata buona e una meno buona c’è di mezzo la fase cristallina del burro di cacao? E che un buon gelato dipende dalla capacità di controllare la dimensione dei cristalli di ghiaccio?

Di cristalli si parla anche il giorno successivo, sabato 2, alle 15,30, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale. "Naturali o artificiali? Cristalli da indossare" è il titolo della conferenza tenuta da Frabrizia Grepioni, docente di chimica inorganica all’Università di Bologna. Rubini rosso fuoco, zaffiri dal blu profondo e intenso, diamanti brillantissimi. Cosa distingue un vetro da un cristallo? E perché questi possono essere colorati? Sono fragili? Un diamante è davvero per sempre?

Sempre sabato 2, quasi in contemporanea, alle 15, nel Galata Museo del Mare Auditorium, Margherita Venturi, coordinatore del Corso di laurea magistrale dell'Alma Mater in Fotochimica e materiali molecolari, presenta il libro "Chimica! Leggere e scrivere il libro della Natura", scritto insieme a Vincenzo Balzani. La chimica è alla base della vita e del nostro vivere quotidiano. È costantemente attorno a noi, così nei fenomeni naturali e nei prodotti artificiali di primaria importanza per la civiltà. Il chimico esplora la materia naturale e inventa quella artificiale: è capace non solo di leggere le pagine già scritte nel libro della natura, ma anche di scriverne di nuove importanti.