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Storie della Memoria: il medico polacco di cui non si conserva alcun ritratto

In vista della Giornata della Memoria, l'Università di Bologna grazie al lavoro del suo Archivio Storico ricorda le storie di alcuni suoi studenti ebrei vittime della persecuzione nazifascista. Come quella di Motek Flattau, che dopo la laurea in Medicina all'Alma Mater nel 1938, tornò in Polonia per esercitare la professione medica. Di lui purtroppo si conserva il fascicolo universitario senza foto

La storia di Motek Flattau potrebbe essere denominata "la storia dello studente senza volto" perché, come testimonia la lettera conservata nell'archivio storico dell'Alma Mater, la sorella Marian, nel 1948 e poi nel 1957, si rivolse prima a Siena (dove Flattau aveva studiato per un biennio) e poi a Bologna (dove si è laureato) per chiedere una fotografia del congiunto “uciso in tempo di guerra dai tedesci a Pologna”, ricordo che purtroppo non risulta conservato nel suo fascicolo personale.

Motek Flattau, nato a Łódź il 17 aprile 1908 da Herszlik (Herman) e Blima (Berta) Szwarc, dopo la maturià classica raggiunta nella città natale il 24 maggio 1927, intraprese la carriera universitaria che fu caratterizzata da frequenti spostamenti.

Nel novembre 1928 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Varsavia ma nell’anno accademico 1931-1932 mutò totalmente ambito disciplinare, trasferendosi alla Facoltà di Medicina dell’Università Carolina di Praga, nella quale segue i corsi per tre anni, per poi passare nell’ottobre 1934 all’Università di Poznań e infine approdare nel gennaio 1936 in Italia, a Siena, dove venne immatricolato al IV anno di corso con la sola convalida degli esami di Chimica e Fisica. Si fermò nella città toscana per un biennio, nel quale sostenne complessivamente 17 esami, e poi nel dicembre 1937 si trasferì a Bologna per frequentare l’ultimo anno. Superati i 6 esami rimanenti, si laureò il 28 giugno 1938 con la votazione di 95 su 110, discutendo la tesi Trauma ed osteomielite nell'adolescenza nella materia di Patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica con il prof. relatore Francesco Paolo Tinozzi.

Dopo la laurea ritornò in patria ed esercitò la professione medica nella capitale polacca: il suo nome compare infatti nella List of Jewish Doctors Working and Living in Warsaw in 1940-1942. Risulta invece assente in The Central Database of Shoah Victims' Names, nel quale in base alla testimonianza della sorella sopravvissuta Mina è attestata la morte di diversi membri della sua famiglia: i genitori, il fratello Edmund e la sorella Anna col figlio Jerzy.

Purtroppo, anche la sua sorte non fu diversa, viste le lettere ricevute da parte della sorella Marian. Un’ulteriore conferma della sorte di Flattau è stata fornita anche da una fonte polacca che attesta la detenzione di Motek a Pawiak, la prigione di Varsavia della Gestapo.