Forschungsperspektiven und methodische Zugänge zu (auto-)biographischen Korpora, il titolo della due giorni organizzata dalla prof.ssa Eva-Maria Thüne e dalla dott.ssa Rita Luppi, presso Palazzo Poggi. L’evento, dal carattere interdisciplinare e internazionale, ha visto la partecipazione di ventisette docenti, ricercatrici e ricercatori provenienti da Italia, Austria, Croazia, Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre la metà dei quali alumnae e alumni del DAAD – Deutscher Akademischer Austauschdienst (Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico), ente co-finanziatore del Convegno.
La Conferenza è stata un’occasione di confronto interdisciplinare sulle possibili applicazioni di corpora (auto)biografici in campo linguistico e didattico ai fini della valorizzazione di una cultura della memoria, andando così a toccare svariati campi di ricerca, spaziando dal Tedesco come Lingua Straniera e/o Lingua seconda (Deutsch als Fremdsprache ovvero Deutsch als Zweitsprache) agli studi traduttologici. Una tematica attuale, dato che nel 2025 ricorrerà l’ottantesimo anniversario dalla fine del secondo conflitto mondiale e le riflessioni proposte hanno riguardato anche gli sviluppi multimodali e artistici di memorie (auto)biografiche nonché la loro rilevanza nel lavoro con studentesse e studenti in ambito scolastico e universitario.
La Conferenza è stata inaugurata dalla relazione di Carolina Flinz (Università degli Studi di Milano), che, servendosi degli strumenti della linguistica dei corpora, ha posto a confronto tre corpora autobiografici caratterizzati dalla tematizzazione di diverse cesure sociali del XX secolo, rientrando così nella tematica discorsiva dell’Umbruch (‘mutamento radicale’).
Gli interventi della prima giornata sono stati accomunati dalla riflessione sul cosiddetto Israelkorpus, un corpus di oltre 300 interviste a ebrei tedescofoni di prima e seconda generazione in Israele, di cui sono stati messi in luce numerosi aspetti: le costruzioni discorsive (Anne Larrory, Université Sorbonne Nouvelle), la riflessione sulle interviste dedicate ai ricordi dell’infanzia e della giovinezza (Barbara Häußinger, Università di Napoli L’Orientale), il ruolo delle immagini negli archivi storici (Patrick Farges, Université Paris Cité), le verbalizzazioni esplicite e implicite di ricordi legati all’Olocausto (Ricarda Schneider, Université Sorbonne Nouvelle), la costruzione di una cartografia di Berlino sulla base delle interviste del corpus (Simona Leonardi, Università di Genova) nonché lo studio delle particelle modali nell’espressione delle emozioni (Maria Francesca Ponzi, Sapienza Università di Roma).
Le ultime due relazioni della prima giornata di lavori hanno avuto, invece, un taglio prettamente didattico: in particolare, Ramona Pellegrino (Università di Genova) si è occupata dell’evoluzione del lessico tedesco delle interviste, mentre Anna Nissen (Università di Bologna e Università degli Studi di Milano) ha riflettuto sull’applicazione di corpora autobiografici come l’Israelkorpus nell’approccio scolastico CLIL (Content and Language Integrated Learning). La prima giornata si è conclusa con la proiezione e la discussione del film Die distanzierte Beobachterin (‘L’osservatrice straniata’) dell’artista britannica Barbara Loftus.
La seconda giornata del Convegno è stata, invece, dedicata a riflessioni riguardanti altre tipologie di corpora autobiografici. Brigitta Busch (Universität Wien) si è occupata della dimensione non-verbale delle narrazioni autobiografiche, mentre Judith Purkarthofer (Universität Duisburg-Essen) ha presentato collezioni di biografie linguistiche disponibili in ambito tedescofono. A seguire, Sabine E. Koesters Gensini (Sapienza Università di Roma) ha riflettuto sull’espressione linguistica dell’empatica nel corpus Flucht und Emigration nach Großbritannien.
Al centro delle riflessioni di Peggy Katelhön (Università degli Studi di Milano) nonché di Agnès Arp (Universität Erfurt) ed Elena Goudin-Steinmann (Université Sorbonne Nouvelle) vi erano, poi, corpora di interviste con parlanti dell’ex RDT.
La sessione mattutina della seconda giornata si è conclusa con l’intervento di Aleksandra Ščukanec (Università di Zagabria), incentrato sulle narrazioni di transmigranti croati in Germania e in Austria. Anche la sessione pomeridiana è stata caratterizzata da riflessioni di diverso taglio metodologico: Lucia Cinato (Università di Torino) si è occupata della traduzione in italiano del corpus Flucht und Emigration nach Ostpreußen, Goranka Rocco (Università di Ferrara) degli approcci metodologici allo studio del topos nella linguistica del discorso e nella ricerca sulle biografie linguistiche, mentre Isabella Ferron (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) ha dedicato il suo intervento alla verbalizzazione del trauma nelle interviste dell’Austrian Heritage Archive.
Infine, Antje Dammel (Universität Münster) e Theresa Schweden (Universität Mainz) si sono occupate di operare un confronto tra la metodologia dell’intervista e quella del focus group.
A partire da quanto emerso nelle due giornate di lavori, a chiusura del Convegno, Brigitta Busch, Patrick Farges, Simona Leonardi e Rita Luppi hanno dialogato con il pubblico, riflettendo su domande aperte e possibili sviluppi futuri nella ricerca sui corpora (auto)biografici, in generale, nonché sul prosieguo dell’attività del gruppo di ricerca.