C'era anche Rino Molari, nonno del Rettore Giovanni Molari, tra le sessantasette vittime della strage del Cibeno, presso Carpi-Fossoli. In occasione degli 80 anni dall’eccidio nazi-fascista, il Comune di Milano ha organizzato un convegno per proporre una lettura storica dei fatti e per non perdere la memoria.
Tra i partecipanti, i famigliari dei caduti tra cui il Rettore Giovanni Molari che è così intervenuto:
"Ringrazio il Sindaco Giuseppe Sala e la Vicepresidente del Consiglio Comunale Roberta Osculati per avermi invitato a questo solenne e importante incontro, a ottant’anni dall’uccisione dei 67 Caduti al Cibeno di Carpi. Sono qui come nipote di una di quelle 67 vittime, Rino Molari. E sono qui come Rettore dell'Università di Bologna.
A partire da entrambi questi miei ruoli desidero portare il mio contributo a questa commemorazione, che mi tocca sia come uomo e cittadino, sia come rappresentante della più antica istituzione universitaria dell’Occidente.
Permettetemi di parlare innanzitutto come nipote di Rino Molari.
È la prima volta che parlo di mio nonno in pubblico e lo faccio con forte emozione. Mia nonna Eva non parlava di suo marito e non voleva che se ne parlasse. Poi mio padre, che è qui presente in sala, dopo la morte di mia nonna ha cercato di dare risposte ad una domanda tanto ovvia quanto difficile.
Una domanda di giustizia e di chiarezza che ci ha messi di fronte a un momento cruciale della nostra storia, nel quale è impossibile scindere le vicende dei singoli e le sorti del Paese, e anzi dell’Europa tutta, che si sono intrecciati in maniera profonda e spesso cruenta. Indagare la vicenda personale di Rino Molari ha significato affrontare un periodo che ha segnato in maniera determinante la vita italiana, nella definizione della forma di governo, nella formazione dei partiti, nell’assetto istituzionale repubblicano.
Nel giugno-luglio del 1944 tutti pensavano al “dopo” cercando, chi più chi meno, di fare combaciare la loro soluzione ideale con quella realizzabile o di trarre il maggior vantaggio personale possibile. Tralasciando la ricostruzione materiale, all’epoca c’erano istituzioni da cancellare, altre da fondare, persone e organismi compromessi con il vecchio regime che cercavano un modo per riciclarsi, partiti con vecchie tradizioni pre-fasciste che dovevano adattarsi alle nuove realtà, truppe di occupazione prossime alla resa, Alleati che desideravano imporre da vincitori nuovi assetti economico-sociali, esuli che rientravano e che avrebbero voluto recuperare la loro vita e la loro prosperità… tutto in tempi brevissimi, dato che il fronte era vicino e la sconfitta del Reich ormai certa.
È una storia di pochi mesi, ma dalle conseguenze epocali, quella in cui si inquadra la strage del Cibeno: una strage che attende di trovare una spiegazione, in onore degli uomini uccisi, promesse della nuova Italia, brutalmente assassinati con l’intenzione certa di annichilirne il fattivo entusiasmo e l’impegno esemplare, e di cancellarne la memoria.
E qui mi sento in dovere di parlare come Rettore dell’Alma Mater: di un’istituzione, cioè, dove la custodia della memoria e la ricerca della verità animano il nostro impegno scientifico, didattico e civile. L’Alma Mater è pronta a fare la sua parte per favorire in ogni modo la ricerca di documenti storici che permettano non solo di dare risposte doverose a chi le cerca da 80 anni, ma anche di onorare il ricordo delle vittime e di trasmetterne la memoria e i valori alle nuove generazioni.
Siamo pronti a tutte le collaborazioni che parranno più opportune ed efficaci, insieme al Comune di Milano, al Comune di Carpi, all’Università di Milano, alla Fondazione Fossoli, presieduta dalla prof.ssa Ghizzoni, ricercatrice dell’Unibo, all’Associazione dei Familiari delle vittime del Cibeno, con il fine di stendere un organico progetto di ricerca da presentare presso le sedi idonee, a partire dall’Unione Europea.
Ho la certezza che su un progetto come questo potremo far convergere le energie e le competenze di molti ricercatori sensibili, capaci e consapevoli di quanto sia importante alimentare la memoria, contrastare i silenzi, portare la verità della storia là dove non è riuscita ad arrivare la verità della giustizia".
Nel corso dell'evento, sono poi intervenuti lo storico Mimmo Franzinelli; l'avvocato Filippo Biolé, patrocinatore delle cause contro la Germania; Manuela Ghizzoni , Presidente della Fondazione Fossoli; Marco Steiner, Cda Fondazione Fossoli e Vice Presidente ANED Milano. Nel corso dell’incontro, Chiara Cimmino, attrice e pronipote di Giovanni Barbera, e Valerio Vittorio Garaffa, attore e regista, hanno rappresentato lettere e testimonianze dei fatti del Cibeno.
Infine è stato proiettato il filmato dei funerali solenni celebrati il 24 maggio 1945 nel Duomo di Milano, prima cerimonia pubblica alla presenza delle maggiori autorità dello Stato italiano, di tutti i partiti, delle forze alleate (Combat Film – Istituto Luce).