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Wildflowers: all’Alma Mater fiorisce una perla di biodiversità

Fiori colorati, cresciuti in un’area dello spazio verde che circonda il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, simboleggiano l’importanza di salvaguardare la varietà della vita sul Pianeta per il funzionamento degli ecosistemi e il benessere della collettività

Una raccolta di semi di specie ormai rare, provenienti da aree ancora ferme a una gestione agronomica tradizionale, ha dato vita nei giorni scorsi a una colorata striscia fiorita in un’area dello spazio verde che circonda il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater.

Queste strisce fiorite simboleggiano quanto sia importante incrementare la biodiversità. Oggi gli agroecosistemi, ancor più degli ecosistemi naturali, sono sempre più carenti di biodiversità sia floristica sia faunistica.

Le specie vegetali entomogame, impollinate dagli insetti pronubi, sono in declino a causa di un “antropocene” particolarmente difficile, in termini di sopravvivenza, per quelle specie co-evolute mediante interazioni mutualistiche.

Gli avvicendamenti erbacei sono purtroppo sempre più carenti di quelle colture foraggere, soprattutto fabacee, che erano un tempo una fondamentale risorsa di polline e nettare sia per le api sia per l’ulteriore biodiversità di impollinatori.

I paesaggi fioriti che hanno ispirato molti pittori dei secoli scorsi sono ormai una rarità circoscritta a oasi agro-ecologiche di aree collinari e/o montane, dove sono sopravvissute le antiche pratiche agronomiche e le relative fitocenosi di fiori spontanei.

Lo scopo di queste fioriture, seminate a fianco di coltivazioni estensive, è molteplice: da un lato incrementano la biodiversità di impollinatori, dall’altro implementano il paesaggio rurale e creano i presupposti per una sostenibilità agricola basata sulla sopravvivenza di nemici naturali di avversità biotiche.

Allestire “giardini fioriti” di specie spontanee in città favorisce, inoltre, il benessere psicologico dell’essere umano: le “miniature” di paesaggi rurali scomparsi nelle aree urbane possono suscitare biofilia in particolare in coloro che, essendo ancora in età evolutiva, necessitano di un “imprinting” per la conoscenza della natura, delle sue regole e del senso di appartenenza alla biosfera vivente.