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Soluzioni innovative per un’industria mineraria sostenibile

Con il progetto Horizon Europe MINEYE nascono nuove tecnologie per aumentare la capacità di accesso della UE a metalli e minerali strategici, tenendo conto degli impatti ambientali e sociali. L’Alma Mater è impegnata nelle attività di esplorazione e nella gestione e monitoraggio dei residui minerari


L'Unione europea vuole aumentare la sua capacità di accesso a metalli e minerali strategici. Per farlo, ha bisogno di soluzioni innovative e digitali, capaci di tenere conto anche degli impatti ambientali e sociali. Il progetto Horizon Europe MINEYE, a cui partecipa l'Università di Bologna, punta a offrire risposte su questo tema, da offrire all'industria mineraria europea.

Coordinato dal Norwegian Geotechnical Institute (NGI), il progetto punta a sviluppare tecnologie innovative e competitive per le fasi di esplorazione mineraria, di estrazione, di chiusura e di bonifica delle miniere e di ripristino di siti che sono stati chiusi.

L’Alma Mater, che partecipa al progetto con i gruppi di ricerca di Ingegneria Mineraria e Geomatica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM), ha ospitato la seconda General Assembly del progetto, nel corso della quale sono stati presentati i primi risultati raggiunti. Con un’attenzione particolare sui tre casi studio previsti: i depositi minerari di Tharsis (Spagna), la miniera attiva di So.Ri.Co.M. (Albania) e la zona di esplorazione di Norrbotten (Svezia).

"La valutazione delle risorse e delle riserve minerarie è un’attività complessa, che nasce dall’esplorazione geologica del sottosuolo e termina con le analisi dei fattori economici, ambientali e sociali dell’attività di estrazione", spiega Sara Kasmaeeyazdi, ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Alma Mater che partecipa al progetto. "In questo contesto, la modellazione e le tecnologie digitali e di remote sensing possono fornire un supporto rilevante per garantire un’attività mineraria sostenibile".

Il gruppo di studiosi dell'Università di Bologna guida le attività di esplorazione, con l’obiettivo di realizzare mappe di prospezione mineraria sia per le aree di nuova esplorazione (greenfield) che per l'esplorazione in depositi antichi (brownfield).

"Le informazioni raccolte dai casi studio vengono integrate con le anomalie geochimiche, derivate anche dall’elaborazione delle immagini satellitari, e con le mappe geologiche", dice ancora Kasmaeeyazdi.

I ricercatori dell'Alma Mater guidano inoltre l'attività di gestione e monitoraggio dei residui minerari, per valutare le possibilità di recupero.