Logo d'ateneo Unibo Magazine
Home In Ateneo Storie della memoria: Mario Finzi, il pianista che aiutò gli ebrei e i...

Storie della memoria: Mario Finzi, il pianista che aiutò gli ebrei e i perseguitati dai fascisti e dai tedeschi

In vista della Giornata della Memoria, l'Università di Bologna grazie al lavoro del suo Archivio Storico ricorda le storie di alcuni suoi studenti ebrei vittime della persecuzione nazifascista. Bolognese, diplomato al Liceo “Galvani” e poi al Liceo musicale, Mario Finzi si è laureato in Giurisprudenza all'Università di Bologna ed è stato delegato per l'Emilia Romagna della Delegazione assistenza emigrati ebrei

Ritratto di Mario Finzi

Mario Finzi, nato a Bologna il 15 luglio 1913 da Amerigo e Ebe Castelfranchi, entrambi insegnanti, è stato un giovane prodigio: nel 1929 ha conseguito la maturità classica al Liceo “Galvani” e, l’anno dopo, il diploma in pianoforte al Liceo musicale. Continuando in parallelo l’attività concertistica, nell’anno accademico 1929-1930 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza e l’11 luglio 1933, a soli vent’anni, si è laureato con il massimo dei voti e la lode, con una tesi su "La rinuncia all'azione e discussa nella materia di Procedura civile", con il prof. e relatore Enrico Redenti, ottenendo persino la menzione onorevole ai Premi “Vittorio Emanuele”.

Frontespizio della tesi di laurea

Dopo la laurea, si trasferì a Milano come praticante dello studio legale dell’avvocato Guido Pesenti. Nel 1937 vinse il concorso per uditore giudiziario presso il Tribunale di Bologna, incarico dal quale fu estromesso in seguito all’emanazione delle leggi razziali nel 1938.

Trasferitosi a Parigi per seguire un corso di perfezionamento del celebre pianista Alfred Cortot, proseguì la sua attività concertistica presso la radio francese e la sala Mozart. Rientrato in Italia, nell’agosto 1939 per rinnovare il visto, non poté ritornare a Parigi a causa dello scoppio del conflitto mondiale.

Certificazione degli esami sostenuti da Finzi all'Università di Bologna

Finzi si avvicinò, allora, ai gruppi clandestini di Giustizia e Libertà e, nel 1940, divenne delegato per l'Emilia Romagna della Delegazione assistenza emigrati ebrei - Delasem, un’agenzia ebraica che si occupava dell’assistenza ai profughi in arrivo dai paesi europei travolti dalla guerra. Arrestato come antifascista nel maggio 1943, venne liberato il 25 luglio. Dopo l’8 settembre, entrò in contatto con i partigiani di Vergato fornendo indumenti, viveri e medicinali e presta aiuto agli ebrei braccati dai fascisti e dai tedeschi, favorendone il rifugio presso strutture religiose o dotandoli di documenti falsi per la fuga in Svizzera.


Nuovamente arrestato il 6 aprile 1944, venne dapprima incarcerato a San Giovanni in Monte e poi trasferito al campo di Fossoli. Il 16 maggio 1944 fu deportato ad Auschwitz, dove morì il 27 febbraio 1945, un mese dopo la liberazione del campo di sterminio nazista.

E proprio a Mario Finzi, sarà dedicata la mostra organizzata nell'ambito degli eventi per la Giornata della memoria 2023 dal Museo Ebraico con il patrocinio di: Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna, Assemblea Legislativa e Giunta della Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Comunità Ebraica di Bologna. La mostra "Mario Finzi. Un ragazzo fantastico" sarà inaugurata presso l'Ala Lunga di Palazzo d’Accursio, venerdì 27 gennaio, e sarà visibitabile fino al 6 febbraio.